Autore: comeonline

3 consigli di Copywriting per scrivere il post blog perfetto

Non basta scrivere un testo: scopri come rendere efficaci i tuoi contenuti online.

I blog funzionano ancora? I blog vanno alla grande! Perché permettono di approfondire dei contenuti con chi ci segue (followers, clienti, potenziali partners per la nostra attività) e soprattutto danno visibilità al nostro sito.

Quindi arriviamo al tasto dolente: ma come scrivere il post di un blog, affinché il copywriting sia davvero efficace e non si riveli uno spreco di tempo?

Per prima cosa bisogna capire che un blog è una forma di scrittura diversa da un articolo per la carta stampata, un romanzo o un racconto breve.

L’articolo di un blog è destinato a una pagina web, pertanto ha una forma di scrittura ben definita e differente dalle altre.

Il copy di un blog deve essere di impatto, oltre che deve avere un contenuto originale. Per avere un blog di successo bisogna rispettare delle regole che spaziano dalla scrittura alla forma del vostro articolo, vediamole una per una

1. Il titolo di articolo di blog è fondamentale

La regola del titolo (potremmo chiamarla così!) è importantissima per tutti i media, programmi televisivi, libri, quotidiani.

E quando si tratta di contenuti online, il titolo rappresenta la copertina del vostro lavoro. Ed è vero: le persone giudicano un libro dalla copertina.

Il titolo del tuo articolo di blog, è l’unico strumento di copywriting che hai, per fare una grande, prima impressione. Scrivere un titolo accattivante è una disciplina a sé stante, con la quale è bene familiarizzare.

Questi elementi ti aiutano a scrivere un grande titolo:

  • Inserisci dei numeri. Permette alle persone di capire rapidamente l’entità del valore.
  • Comunica valore. Fai capire alle persone che il contenuto del testo che leggeranno, per loro è importante, che in quel blog post troveranno dei contenuti per loro interessanti e di valore.
  • Usa dei verbi. Le azioni parlano più delle parole. I verbi sono le parole delle azioni. Bisogna inserire sempre almeno un verbo nel titolo di un articolo per blo
  • Usa l’iperbole. Le persone vogliono sempre qualcosa lo straordinario e l’iperbole inserita nel copy cattura subito l’attenzione, è una promessa di originalità
  • Esplicita bene l’argomento del post. Metti in chiaro di cosa parlerai, le persone non vogliono perdere tempo in contenuti che non sono di loro interesse.

Per scrivere un buon titolo, non è necessario inserire tutti e 5  punti sopra, però non bisogna tenerli bene a mente quando si crea un titolo.

2. Il primo paragrafo è fondamentale per un post blog

Chi legge, si impegnerà a farlo solo se gli è stato promesso che il contenuto sarà interessante. Ecco perché il primo paragrafo di un blog è molto importante, perché assicura il lettore che si appassionerà non appena inizierà a leggere il copy del blog.

Se il titolo è una promessa, allora dovete mantenerla velocemente, per non perdere il lettore in pochi secondi.

Bisogna rafforzare la promessa che il vostro contenuto darà valore a chi lo legge, così le persone rimarranno sulla pagina web.

Si tratta della cosiddetta “piramide rovesciata”: date la priorità a ciò che è più importante (lo stiamo facendo anche in questo articolo, notate che non è un conto alla rovescia?), seguitelo con altre informazioni importanti e poi allargatevi al contesto generale.

3. Scrivi paragrafi corti e veloci per il web

Le ricerche dimostrano che i lettori online analizzano i contenuti secondo uno schema a “F”. L’”F” pattern, indica proprio la disposizione grafica dei contenuti che sembrano delineare una F.

Spezzare i paragrafi assicura che i lettori assorbano il maggior numero di informazioni, anche se si limitano a una semplice scansione dei contenuti del copy senza leggere tutto.

I blocchi di testo molto lunghi impediscono alle persone di prestare attenzione, perché non sanno dove focalizzare lo sguardo.

Mantenere i paragrafi corti permette a chi legge di scansionarli alla ricerca di contenuti di interesse.

Inoltre, i paragrafi brevi, agiscono come trampolini di lancio: fanno rimbalzare le persone da uno all’altro e mantengono la loro attenzione più a lungo.

Con questi tre semplici accorgimenti di copywriting, i tuoi testi per blog risulteranno molto più efficaci. Ci sono altri consigli, più tecnici, che approfondiremo in un prossimo articolo. Ovviamente il suggerimento principe, per la scrittura, è quello di fare molta pratica: bisogna prendere confidenza con il linguaggio, solo così diventerà poi automatico applicare strutture precise ai vostri copy senza risultare artificiosi

Un libro molto interessante che vi consigliamo per approfondire l’argomento è questi: clicca qui

Guida al rossetto perfetto

Come scegliere la nuance di rossetto giusta per le tue labbra

Il rossetto giusto non solo rende le labbra più belle, ma esalta il tuo incarnato e la bellezza del tuo viso. Ecco perché il rossetto è una parte fondamentale del make-up, capace di valorizzare anche un trucco acqua e sapone.

Ma come scegliere il rossetto più adatto a te? È necessario individuare per prima cosa il colore dell’incarnato, poi bisogna trovare un giusto compromesso tra i nostri gusti e il modo di esprimere la nostra personalità attraverso il make-up.

Ecco i 3 step per scegliere il rossetto perfetto

Prima di tutto partiamo dalla base, ovvero come applicare correttamente il rossetto.

Si inizia a stendere il rossetto dal centro delle labbra, quindi va applicato verso l’esterno su ciascun lato. Per ottenere un colore più intenso si consiglia di fare una seconda passata. Dopo aver applicato il messo, tamponare le labbra con un fazzoletto o con stingere un dito tra le labbra, per rimuovere gli eccessi. Vediamo ora i 3 step per trovare il rossetto più adatto ad esaltare la nostra bellezza

1. Scopri prima di tutto il colore della tua pelle

Bisogna capire a che fototipo apparteniamo, se abbiamola pelle del viso

  • chiara
  • media
  • scura

Come capirlo?

Sotto la luce del sole bisogna osservare la zona mandibolare, questa parte del viso rivela con chiarezza la nostra tonalità.

Una pelle chiara ha un colore più o meno pallido, fatica ad abbronzarsi e può presentare lentiggini e rossori.

Una pelle media ha un colorito non troppo chiaro e neanche scuro, si abbronza facilmente, diventando dorata.

Una pelle scura è particolarmente pigmentata anche in inverno ed è probabile che si accompagni a capelli neri o castani.

2.  Individua poi il sottotono della tua pelle

Il sottotono è lo strato inferiore della pelle ed è fondamentale per scegliere il giusto make-up.

Il metodo più semplice per capire qual è, consiste nell’osservare il colore delle vene: ​

  • se sono blu o viola, allora abbiamo un sottotono freddo,
  • se sono verdi allora abbiamo un sottotono caldo,
  • se invece sono verde/blu, abbiamo un sottotono neutro,

Un altro metodo molto semplice per capire il sottotono della pelle, è accostarla a gioielli in oro o argento, perché l’oro sta meglio con le pelli dal sottotono caldo, mentre l’argento con le carnagioni dal sottotono freddo.

3.  Scegli ora il rossetto in base alla tua carnagione

Finalmente, dopo aver individuato il colore della carnagione e il sottotono della pelle, possiamo scegliere con facilità il rossetto ideale per noi.

  • Per chi ha la pelle chiara i rossetti più adatti sono quelli sulle tonalità del rosa chiaro e del nude, ma ci si può anche spingere su toni più decisi come il rosa pesca e il corallo.
  • Per chi ha il sottotono freddo, l’ideale è scegliere una nuance di rossetto brown deciso o un nude sui toni del beige.
  • Per chi ha il sottotono caldo, è consigliato scegliere un rossetto con le sfumature ton sur ton del rosa – oppure scegliere un colore nude dai toni pesca.
  • Per chi ha una pelle media, è consigliata la palette dei rosa però nelle declinazioni più forti, come ad esempio il malva e il bordeaux. Queste tinte, risultano perfette soprattutto se si ha un sottotono freddo. Se invece il sottotono è caldo, allora è il caso di optate per le sfumature del bronze, del rame e del mattone.   
  • Per chi ha la pelle scura, è il caso di puntare su rossetti scuri nei toni del bordeaux, il burgundy, il prugna e il marrone. Meglio le sfumature del bordeaux e del vinaccia in caso di un sottotono freddo, mentre i toni del marrone, il bronze e il rame sono perfetti per chi un sottotono caldo.

Pronta a scegliere il rossetto giusto per te? Da oggi non potrai più sbagliare e sfoggerai un make-up che valorizzerà la tua bellezza naturale clicca qui per scoprire i rossetti adatti a te

Come scegliere il processore

Alcuni consigli per orientarsi nel mondo dei processori

Il processore potrebbe essere paragonato al cervello di un computer. È infatti il componente che si occupa di gestire e contribuire a elaborare i carichi computazionali di qualsiasi operazione si debba svolgere con la macchina. In qualsiasi tipo di applicazione dovrà elaborare dati e comunicare con le altre periferiche. Per questo motivo necessita di un “supporto” da parte di tutti gli altri componenti presenti nel computer.

Il panorama dei processori negli ultimi anni

Negli ultimi anni il settore delle CPU (Central processing unit) si è evoluto a ritmi molto rapidi, se paragonato al decennio precedente. È infatti a partire dal 2017 con l’uscita dei processori Ryzen che il mercato ha letteralmente subito uno scossone che ha portato notevoli progressi nella capacità elaborativa dei processori. Fino a quell’anno, senza considerare i primi anni 2000, il mercato è stato dominato da Intel, con ottimi processori, ma senza a una netta evoluzione. Ed è proprio nel 2017 che AMD introducendo i nuovi Ryzen ha cambiato il mercato. La caratteristica principale dei primi Ryzen è stata l’introduzione di numerosi “cores” all’interno dei chip. Fino ad allora i chip con più di 4 cores offerti da Intel avevano costi molto elevati, troppo per il consumatore non professionale. Ogni core potrebbe essere definito come un “cervello”, ogni core può svolgere il lavoro di uno o due cervelli contemporaneamente (Hyper threading). Con l’introduzione dei Ryzen sono diventati consueti processori con 4, 6, 8, 12 e più cores. Intel dal canto suo, dopo anni di migliorie marginali ai propri prodotti ha dovuto accelerare nello sviluppo dei suoi modelli, innescando una serrata “battaglia” di prestazioni con AMD.

Cosa offre il mercato dei processori?

Il mercato dei processori offre prodotti che possono svolgere a poco prezzo le operazioni più tipiche ad uso ufficio, come il pacchetto Office, la navigazione web e la fruizione di contenuti multimediali. Per queste funzioni basiche si può beneficiare di modelli piuttosto economici.

All’aumentare delle esigenze vengono proposti modelli sempre più performanti, in particolare vale la pena considerare 2 elementi:

  • Le istruzioni per ciclo (IPC) Questo parametro indica quanto ogni core è “veloce”, quanto un singolo core riesce a svolgere per ciclo. Questo dato può essere influenzato dalla frequenza operativa del core espressa in megahertz, anche se varia dall’architettura, spesso migliorata nei modelli più recenti. Ad esempio 5000mhz di un processore del 2017 non offrono le stesse prestazioni di 5000mhz di un processore del 2022.
  • Le prestazioni multicore Questo parametro invece indica quante operazioni un processore può svolgere simultaneamente. È logico pensare che all’aumentare dei cores, aumenterà la quantità e la complessità di operazioni che si potranno svolgere in contemporanea.

Quanto processore devo scegliere?

Prendendo come riferimento una macchina da gaming, potremmo concentrarci a cercare il massimo IPC possibile, una volta presi in considerazione modelli dai 6 cores in su. Questo aspetto è dovuto dal fatto che i videogiochi di recente hanno iniziato a beneficiare della presenza di più cores, ma la “forza bruta” arriva dalle prestazioni per ciclo. È quindi importante concentrarsi su entrambi gli aspetti, senza però dover considerare processori con più di 8 cores (16 threads). Ad oggi i modelli in questo range prestazionale sono:

  • AMD Ryzen 5 5600x (6 cores 12 threads) o Intel I5 12600k (12 cores 16 threads)
  • AMD Ryzen 7 5800x (8 cores 16 threads) o Intel I7 12700k (12 cores 20 threads)

Nel caso si dovesse fare anche streaming di contenuti durante il gioco, ha sicuramente senso considerare processori con più cores, a meno che non si utilizzi un’altra macchina dedicata alla trasmissione dei contenuti. Questo è importante perché lo streaming richiede un ulteriore elaborazione dei flussi di dati mentre viene elaborato il gioco. I giochi moderni inoltre possono avere necessità di molta potenza elaborativa, essendo in alcuni casi molto esigenti sia dal punto di vista della CPU che della GPU

Un cenno va fatto per distinguere la risoluzione a cui si gioca. In FullHD sarà necessario avere un processore più potente per avere un buon bilanciamento con la scheda video, onde evitare colli di bottiglia. In 4K invece, il carico sarà maggiormente svolto dalla scheda video, che per fornire buone prestazioni dovrà essere molto prestazionale.

Considerando invece una macchina da lavoro semiprofessionale dedicata a photo/video editing e modellazione 3D è sicuramente convenente orientarsi su modelli ad elevato quantitativo di cores, da supportare con un buon quantitativo di memoria RAM (almeno 32Gb):

  • AMD Ryzen 9 5900x (12 cores 24 threads) – 5950x (16 cores 32 threads)
  • Intel I7 12700k (12 cores 20 threads) o I9 12900k (16 cores 24 threads)

I modelli più recenti

Una peculiarità degli Intel di 12esima generazione consiste in una numerazione di cores threads non più lineare come nel caso di AMD. Questi nuovi Intel infatti dispongono di P-Cores ed E-cores. I primi, oltre ad avere hyperthreading (1 core 2 threads) sono paragonabili ai classici cores di AMD. Gli E-cores invece sono cores a consumo ridotto, senza hyperthreading che si occupano di svolgere le operazioni in background, in modo tale da permettere ai P-cores di dedicarsi interamente alle operazioni più esigenti.

I modelli in arrivo

A fine 2022 usciranno i nuovi modelli Intel di 13esima generazione e i nuovi modelli AMD 7xxx. Le memorie passeranno da DDR4 a DDR5 e probabilmente vedremo sia un incremento dei cores in generale, che l’inserimento di E-cores nei modelli di entrambi i produttori.

Che Cosa’è Il Tone Of Voice

ANCHE QUANDO SCRIVI USI UN TONO, TU QUALE HAI SCELTO?

Il tone of voice caratterizza la personalità di un prodotto o servizio, rappresenta sostanzialmente il modo in cui il brand viene percepito dal pubblico di riferimento. È il frutto di un approfondito studio di brand identity, perché è il modo in cui una società si esprime: è la lingua che parla. E proprio come una lingua, ha un suo gergo, delle espressioni caratteristiche che sono subito comprensibili per uno specifico target, ovvero il pubblico che si è deciso di raggiungere e coinvolgere

3 step per definire il tono della tua comunicazione, il “Tone of Voice”

Perché è importante stabilire le caratteristiche del proprio linguaggio in comunicazione? Perché è buona regola non cambiarlo! Per elaborare un piano editoriale coerente e per non confondere i followers ma fidelizzarli

STEP 1

> Formale o informale? Ironico o istituzionale? Dipende dal tuo business, e dal tuo target. La domanda che devi porti è: cosa si aspettano le persone che mi seguono?

Facciamo un esempio pratico.

Uno Studio Commercialista probabilmente non userà un linguaggio scherzoso o troppo leggero, perché deve trasmettere sicurezza ai suoi clienti.

STEP 2

> Differenziati. Trova la tua chiave, uno stile che ti renda subito riconoscibile. Ad esempio, sempre lo Studio Commercialista, potrebbe fare dei post informativi, con dei testi chiari e brevi disposti in elenchi puntati.

A lungo andare questo modo di esprimersi diventerà uno stile, una cifra comunicativa.

STEP 3

> Scrivi le tue regole. Prendi carta e penna (o tastiera), e metti nero su bianco cosa vuoi far sapere della tua attività. E cosa non vuoi trasmettere.

Questo ti aiuterà a scrivere testi più personali e meno standard, ti servirà per trovare la tua voce!

Lo Studio Commercialista, ad esempio, può decidere di evitare toni allarmistici e puntare sulla positività.  Come vedi abbiamo determinato il tone of voice dello studio: formale e positivo. Chiaramente questa è una semplificazione, va fatto uno studio attento per decidere il tono di una comunicazione, affinché raggiunga gli obiettivi prefissati.

Vari tipi di tone of voice

Questi sono i principali tipi di tono di voce, possiamo raggrupparli in:

  • Tono Freddo > burocratico, istituzionale.

È lo stile da cui diverse aziende stanno cercando di smarcarsi a favore di una comunicazione più umana, di prossimità con gli utenti. Come caratteristica ha la struttura classica dello scritto: oggetto + verbo + complemento oggetto; uno schema rigido che non richiede inventiva nella struttura.

  • Tono Neutro> professionale, onirico. Questo ToV può avere molte sfumature, può tendere al freddo o al caldo. Come caratteristica non spinge il lettore al punto A al B ma lo incuriosisce, lo spinge con dolcezza ad andare avanti con la lettura.
  • Tono Caldo > colloquiale, amichevole. La caratteristica di questo tono di voce è che sembra che dall’altra parte ci sia una persona, un amico che ci racconta delle storie in merito a un determinato prodotto/servizio. Il linguaggio è semplice, le strutture non sono complesse per comunicare vicinanza al lettore e autenticità.
  • Tono Colorato > ironico, aggressivo. Questo tono di voce è fuori dagli schemi, si spinge oltre i limiti per essere unico e subito riconoscibile. Un esempio che ha fatto scuola è il caso di Burgez: no al politically correct, sì alle parolacce (sempre usate in un contesto preciso!) e alle provocazioni.

Per vedere alcuni esempi di tone of voice, qui trovi un interessante articolo.

Ricorda la regola n.1 per decidere il ToV: una volta scelto non si cambia, perché questo significherà cambiare la tua identità corporate.

Come scegliere la scheda video per giocare al computer?

Alcuni consigli per orientarsi nel mondo delle schede video da gaming

Chi è appassionato di video giochi lo sa bene: una scheda video fa la differenza in un’esperienza di gioco. Blocchi o crash del sistema sono l’incubo di qualsiasi gamer! Vediamo nel dettaglio in base a quali caratteristiche scegliere la scheda video per giocare al computer.

Per cosa utilizzerò il mio computer?

Nella maggior parte dei casi, chi ha un computer lo utilizza per più scopi, lavoro, editing amatoriale di foto e video, e per giocarci; ci concentreremo su quest’ultimo aspetto per capire come scegliere la scheda video. Quindi focalizziamoci sul risultato che vogliamo ottenere, ovvero una macchina da gioco che ci regali un’esperienza fluida e visivamente appagante. In questo caso il primo elemento da considerare è il monitor che andremo ad abbinare al Pc.

La variabile che più influenza le prestazioni di una scheda video infatti è la risoluzione del monitor. Potremmo considerare alcuni standard, in base alle caratteristiche più diffuse dei monitor in commercio. Le principali risoluzioni da considerare sono:

  • FullHd 1980 x 1080 pixel, altrimenti indicata come 1080P
  • QHD 2560 x 1440 pixel, altrimenti indicata come 1440P
  • 4K, 3840 x 2160 pixel.

All’aumentare dei pixel che dovranno essere elaborati corrisponde una maggiore potenza di elaborazione da parte della scheda video per muovere fluidamente gli elementi a schermo. Un altro aspetto importante consiste nella maggiore dipendenza nei confronti della scheda video all’aumentare della risoluzione. In sostanza, in un sistema con uno schermo a 4K, la maggior parte dell’elaborazione viene svolta dalla scheda video. In un sistema FullHD invece è necessario considerare un certo equilibrio tra scheda video e processore.

Cosa offre il mercato delle schede video?

Oggi il mercato vede protagonisti 2 produttori per quanto riguarda l’offerta delle schede video. Amd e Nvidia. I due marchi si contendono il primato delle prestazioni ormai da anni, offrendo prodotti sostanzialmente equivalenti in termini di performances, ma con caratteristiche differenti per alcuni aspetti.

Nvidia offre delle features uniche, caratterizzate dai recenti effetti di Ray Tracing (RTX). Si tratta di una tecnica di illuminazione elaborata in tempo reale, volta ad ottenere degli effetti di luce comparabili alla realtà. Questo comporta dei carichi per la scheda video che vengono svolti da degli elementi chiamati Tensor Cores. Questi stessi elementi lavorano anche per applicare il DLSS, una tecnica che si basa sull’intelligenza artificiale che permette alla scheda di ottenere migliori prestazioni alle alte risoluzioni, reindirizzando ad esempio una scena in 4k a una risoluzione inferiore, senza mostrare differenze rispetto alla risoluzione nativa.

AMD di contro offre prestazioni sostanzialmente simili a prezzi più competitivi, mostrando però il fianco in caso di giochi che sfruttano RTX. Per ovviare a questo problema anche AMD utilizza un sistema simile al DLSS di Nvidia, però basato su delle elaborazioni eseguite tramite degli algoritmi software (FSR). Il risultato finale è paragonabile a Nvidia, ma comunque per il momento inferiore.

Nel panorama videoludico ci sono alcuni titoli che offrono la possibilità di beneficiare di RTX, ma non si tratta della maggior parte, potremmo stimare la presenza di un centinaio di giochi che sfruttano più o meno questa caratteristica, destinata comunque a diffondersi in futuro.

Quanto devo spendere per la scheda video da gaming?

Il secondo elemento che dobbiamo considerare è il budget. Negli ultimi 2 anni il mercato ha visto un’impennata dei prezzi dei chip, che ha portato a un deciso aumento di prezzi e a una diminuzione di disponibilità di schede video. Negli ultimi mesi fortunatamente la situazione si sta normalizzando, le diponibilità sono aumentate e i prezzi stanno tornando alla normalità.

Considerando risoluzione e budget è possibile definire delle fasce di prezzo per le schede video, in modo da ottenere delle performances soddisfacenti. Consideriamo soddisfacente in questo caso la possibilità di raggiungere i 60 frames per secondo, un ottimo punto d partenza per ottenere una buona fluidità.

  • Gaming FullHD – dai 300€ ai 400€ per una Nvidia RTX 3050 – dai 200€ ai 300€ per una AMD RX 6500xt
  • Gaming QHD – dai 450€ ai 550€ per una Nvidia RTX 3060 – dai 450€ ai 550€ per una AMD RX 6650xt
  • Gaming 4K – dai 900€ per almeno una Nvidia RTX 3070ti – dai 900€ per almeno una AMD RX 6800xt

Tenendo conto di queste considerazioni, non ti resta che iniziare a cercare online per confrontare le offerte presenti nei maggiori siti web.

Come scegliere la scheda video per lavorare al pc?

Alcuni consigli per orientarsi nel mondo delle schede video per lavorare

Qual è il componente più importante di un computer? Sicuramente la scheda video è uno dei componenti che influisce maggiormente sia sulle prestazioni del computer, sia sulla spesa necessaria per ottenere un sistema performante. In questo articolo andremo a considerare gli aspetti principali per scegliere la scheda video più adatta per soddisfare le proprie esigenze.

Cosa devo fare col computer?

La prima domanda che dobbiamo porci è “Cosa devo fare col computer?”, quale sarà il suo utilizzo?. Questo è il punto di partenza da cui dipende la scelta di quasi tutti i componenti di un computer, perché ovviamente servono prestazioni diverse per un pc da gaming o un pc per lavorare (escludendo i lavori di grafica, ma considerando lavori da ufficio standard).

Uso ufficio, navigazione, contenuti multimediali

Per un utilizzo del sistema generico, quali ad esempio gli strumenti di Office, la navigazione del web e la fruizione di contenuti multimediali, come lo streaming, non è necessaria una particolare potenza dell’hardware video. È sufficiente, in questo caso, accertarsi della presenza della scheda video integrata nel processore. In questo momento la scheda integrata è presente su tutte le CPU Intel (ad eccezione delle CPU siglate “F”). Per quanto riguarda la controparte AMD si deve prendere in considerazione le così dette APU, Ryzen 5600g e Ryzen 5700g. Per quanto riguarda i Notebook generalmente questo aspetto viene già considerato dal produttore: sui modelli più economici sono infatti montati processori sempre muniti di grafica integrata

Produttività video e photo editing, modellazione 3D

Nel caso si dovesse considerare la produttività di montaggio video e rendering, modellazione 3D magari anche ad alte risoluzioni (4k), la scheda video assume una certa rilevanza. Va presa in considerazione anche la quantità di memoria video equipaggiata sulla scheda stessa. Una buona scheda video in questo ambito può offrire una maggiore velocità sia nella fruizione del software (ad es. controllo della timeline in montaggio video) che nell’esportazione e rendering, offrendo quindi un risparmio di tempo. In linea di massima i modelli da considerare come punto di partenza possono essere i seguenti:

Naturalmente in questo ambito sarà fondamentale avere un sistema bilanciato, che possa offrire buone performances anche negli altri componenti, quali CPU, memoria RAM e Hard Disk. È importante anche valutare correttamente il monitor da abbinare, che in certi casi può comportare una spesa piuttosto elevata, considerando ad esempio la necessità di avere la profondità dei colori a 10bit per avere una maggiore fedeltà dei colori.

Per uso professionale, vanno sicuramente presi in considerazione i modelli dedicati di Nvidia e AMD, come le Quadro e le FirePro. Si tratta di modelli progettati per i software professionali supportati da driver dedicati e certificati, con funzioni apposite, come per esempio il supporto nativo alla profondità colore 10bit. Si tratta di prodotti di alto livello e ad alto budget, che si posizionano in un segmento più elevato rispetto alle più comuni esigenze amatoriali o semiprofessionali.

Un cenno per quanto riguarda la produttività va fatto nei confronti degli altri componenti. Si dovranno considerare dei componenti di un certo livello, sia per non avere “colli di bottiglia”, sia per potersi affidare alla macchina per un periodo relativamente lungo, senza dover fare upgrades a causa di uno sbilanciamento dei componenti. 

La CPU dovrà disporre di almeno 6 cores e 12 threads, ad esempio Intel I5 12600 o AMD Ryzen 5 5600x.

Sarà necessario mettere in conto almeno 32 Gbyte di memoria RAM, possibilmente ad alta velocità.

Non meno importante sarà considerare l’utilizzo di Hard Disks a stato solido, ormai maturi e acquistabili a prezzi accessibili.

https://www.amazon.it/GeForce-RTX-3060-VENTUS-12G/dp/B08WRP83LN/ref=sr_1_1?adgrpid=102454923829&gclid=CjwKCAjwiJqWBhBdEiwAtESPaLM1mCYVlSTSJsHiyHNQnAaoB78ALNVlKvFNPmNNH6t_P6DxzefJIxoCYQEQAvD_BwE&hvadid=591603923902&hvdev=c&hvlocphy=20587&hvnetw=g&hvqmt=e&h

Cosa deve sapere chi fa locazione

Per fare bene Hospitality è necessario conoscere alcuni principi base

Con “hospitality” vengono indicati diversi tipi di contratti che regolano i rapporti tra “host” e “guest”. È bene fare chiarezza sulle diversità tra i vari tipi di contratti e capire le differenze. Iniziamo analizzando sublocazione e gestione immobiliare.

Locazione e affitto sono attività diverse

Iniziamo la nostra analisi dei concetti dell’hospitality, con la definizione che dà il vocabolario di affitto:

il contratto di affitto ha come oggetto beni produttivi, che possono quindi generare ricchezza (come ad esempio un’azienda). Mentre un contratto di locazione riguarda beni non produttivi, ma che potrebbero diventarlo: come le abitazioni, gli uffici o i negozi.

Quanti tipi di contratti di affitto esistono?

Ce ne sono diversi, studiati per rispondere a diversi tipi di esigenze:

  • Contratto di affitto a canone libero. Modello ordinario, piuttosto libero nella determinazione del canone e nelle clausole da inserire nel contratto
  • Contratto di affitto a canone concordato. Modello con contenuto contrattuale stabilito dal medesimo legislatore o dagli accordi delle associazioni di categoria territoriali
  • Contratto di affitto convenzionato. Prevede un canone più basso di quello di mercato e interessanti agevolazioni fiscali a favore del proprietario per compensarlo dell’eventuale minor reddito.
  • Contratto di affitto transitorio. È prevista la cedolare secca, ovvero il pagamento di un’unica imposta sostitutiva pari al 21% del canone annuo. In alcuni casi, il contratto di affitto transitorio tasse può prevedere un’imposta ancora più bassa, pari al 10% del canone
  • Contratto di affitto a studenti universitari. Ha una durata precisa, per legge va da un minimo di 6 ad un massimo di 36 mesi.

Cos’è un contratto di sublocazione

Questo tipo di accordo immobiliare, si fonda sulla concessione di un immobile da parte dell’inquilino (che ha già in locazione tale immobile) a un terzo soggetto.

Si distingue poi fra sublocazione totale nel caso di concessione dell’intero immobile, e di sublocazione parziale, nel caso di concessione di una specifica area o stanza.

Che cos’è la gestione immobiliare

Un contratto di locazione breve che svincola il proprietario da un unico inquilino, prestando l’immobile alle disponibilità di pernottamento di turisti. Fanno parte di questo tipo di gestione, gli affitti brevi. Questa modalità di locazione è molto più complessa rispetto alla classica locazione di lungo periodo (il tradizionale contratto 4+4).

La difficoltà è gestire sia contrattualmente, che fisicamente, il continuo cambio di inquilini.

Perciò, molti proprietari non hanno né tempo, né voglia di seguire personalmente la gestione di questi immobili. Da questa necessità di delegare, nasce la figura del gestore di immobili per locazioni brevi: il Property Manager o Host. Si tratta di un intermediario che opera per conto del proprietario dell’immobile e che si occupa di tutti gli adempimenti legati alle locazioni brevi.

Per sintetizzare, l’House Manager è un professionista che effettua la gestione degli immobili per conto dei proprietari.

Che cos’è l’Online Management

Un Property Manager – come detto sopra è un Professionista che fa Gestione Immobiliare – deve sapere tutto dell’Online Management. Perché è utile per avere tutto sotto controllo.

l’Online Management è un ramo del Marketing tradizionale che si occupa della definizione, dell’applicazione e della verifica delle strategie di business e comunicazione dell’impresa.

Questi sono i 3 step fondamentali dell’Online Management:

  • PROGETTAZIONE. Si inizia progettando una serie di azioni che hanno come obiettivo la promozione di un immobile. Per una locazione di successo, la posizione dell’immobile è importante, ma non è tutto. La promozione può raggiungere il giusto target di affittuari dell’immobile.
  • AZIONE. Poi c’è la fase “pratica” in cui si fanno delle attività pratiche per l’immobile (prenotazioni, etc.). In questa fase bisogna imparare ad utilizzare degli strumenti che facilitano il lavoro e che permettono di svolgere in simultanea più compiti, senza fare errori.
  • ANALISI. Infine si analizzano i dati raccolti: saperli leggere aiuta a capire cosa funziona e cosa va migliorato.

L’Online Management è un ottimo strumento per avere chiara ogni fase da seguire nello sviluppo di un business. Perché un Property Manager deve sempre sapere cosa fare e come farlo, deve saper gestire in ogni momento l’intero processo di un Affitto Breve.

Siamo certi di averti aiutato a fare chiarezza nei concetti base per la locazione.

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