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Autore: comeonline

5 errori comuni che fa chi compra casa per la prima volta

Consigli per non sbagliare quando compri casa

La maggior parte delle persone che sogna di acquistare una casa, sa esattamente cosa sta cercando e quanto vorrebbe spendere per il mutuo, tuttavia non considera alcuni dettagli importanti.

Gli sbagli di chi compra casa

Dopo la pandemia, il mercato immobiliare vive un momento caldo. Molte persone lasciano i centri abitati per trasferirsi in collina o realizzare il sogno di vivere al mare. Così in città ci sono nuovi immobili disponibili, e anche nei borghi, visto il fermento immobiliare, proprietari che non credevano di riuscire a vendere, si sono decisi a mettere sul mercato i loro immobili inutilizzati.

Avere tante occasioni immobiliari tra cui scegliere, può spingere a fare errori: la fretta o il troppo entusiasmo nell’immobiliare sono un rischio. Quando si compra casa bisogna rimanere razionali, non cedere a innamoramenti immobiliari a prima vista, ma bisogna valutare con attenzione ogni aspetto. Infatti un investimento immobiliare è una decisione che incide profondamente sulla nostra vita, sulla disponibilità economica e che ci vincola per anni, ecco perché uno sbaglio costa e non solo in denaro ma in stress e frustrazioni.

Ecco i 5 errori che spesso commette chi compra per la prima volta.

Questi sono gli sbagli più frequenti tra i compratori di immobili:

1. Non tengono conto di tutte le loro opzioni. L’acquisto non è la sola possibilità per godere di una casa propria. Se rimarrai in un luogo solo per pochi anni, ti conviene comprare? A volte l’affitto è la soluzione migliore, più economica e meno vincolante.

2. Nei costi per l’acquisto di una casa non considerano tutte le spese, e si trovano a dover richiedere dei prestiti. Comprare casa non è solo spendere denaro per l’immobile ma ci sono delle spese collegate. Durante l’acquisto ci sono le spese del notaio e quelle per l’agenzia, nonché per chiedere eventuali documenti o certificazioni. Dopo l’acquisto devi pensare se vuoi fare un’assicurazione per la casa e tutte le tasse che dovrai pagare. Se non hai ben chiaro il piano delle spese prima dell’acquisto, rischi di trovarti nei guai!

3. Non far vedere la casa che si vorrebbe acquistare a dei professionisti, fare da soli nell’immobiliare è un rischio enorme. Per prima cosa bisogna appoggiarsi a un’agenzia immobiliare, che saprà cosa fare sia per la trattativa sia prima di arrivare dal notaio con tutti i documenti che servono. E prima di comprare visita la proprietà con un geometra o un architetto, hai bisogno di un occhio esperto che dica se l’immobile ha bisogno di ristrutturazioni importanti o meno, così non rischi, ad esempio, di comprare una casa con un tetto da rifare…

4. Acquistano perché pensano di fare un investimento immobiliare che, rivendendo dopo poco tempo, darà loro guadagni. Investono quindi i risparmi di una vita in un immobile senza valutare quanto costa in realtà investire per far aumentare di valore la casa acquistata. Investire in un immobile non è un’operazione finanziaria che ti darà un ritorno velocemente: se sei un privato che ha bisogno di guadagnare soldi in fretta, la soluzione non è l’immobiliare.

5. Non considerano il rapporto debito/reddito prima di chiedere un finanziamento. Un istituto di credito considera questo rapporto quando esamina la tua capacità di pagare per una casa. Se hai accumulato troppi debiti, potresti non essere considerato idoneo per un prestito. Dimostra affidabilità: non indebitarti prima di richiedere mutuo o un finanziamento per la casa!

Comprare casa con un’Agenzia Immobiliare ti tutela

Se compri casa per la prima volta e non hai alcuna esperienza nel settore immobiliare, è fondamentale affidarsi a un esperto. Scegli un consulente immobiliare di fiducia, qualcuno che faccia i tuoi interessi

Leggi gli articoli precedenti

5 consigli per una presentare la tua casa agli acquirenti

La prima impressione conta, ecco perché devi mostrare il tuo immobile al meglio

Lo scopo di mostrare la tua casa a un potenziale acquirente è quello di stupirlo. Vuoi che l’acquirente entri nella tua casa e ne rimanga impressionato, così da fare una offerta per l’acquisto!

La prima impressione è quella che conta, quindi devi far esaltare i punti forza del tuo immobile durante le visite dei potenziali acquirenti. Ricorda che se hanno deciso di vedere dal vivo l’immobile hanno la giusta motivazione per comprare casa tua, ma devi presentarla facendo leva su quello che chi la visita si aspetta di trovare. Quindi assicurati di seguire questi cinque suggerimenti per fare colpo sul tuo potenziale acquirente

  1. Concentrati sull’esterno. Assicurati di non trascurare il giardino o i piccoli spazi verdi della tua casa.
    Se una volta arrivato, arrivato l’acquirente noterà un prato incolto o un’aiuola moribonda, si domanderà cos’altro non è stato curato adeguatamente all’interno della casa. L’esterno della tua casa deve essere perfetto, perché rappresenta l’esteriorità della tua casa, è il suo vestito. E un bell’abito comunica sempre pensieri positivi. Assicurati che non ci sia sporcizia, ragnatele e che tutto ciò che ha bisogno di essere verniciato sia stato ritoccato.
  2. Esci di casa. Nel senso che devi eliminare tutte le cose personali, che investono della tua personalità l’immobile. Certo, non è facile se abiti nell’immobile da vendere, perché tendiamo a far assomigliare la nostra casa a noi stessi. Però ci sono dei semplici accorgimenti che puoi utilizzare: rimuovi le foto di famiglia dal muro o dai mobili, togli chitarre o oggetti di hobbistica. Se la casa apparirà neutra, i potenziali acquirenti potranno guardare la tua casa e immaginare sé stessi all’interno.
  3. A colpo d’occhio, ogni cosa deve essere in ordine. Se ti guardi intorno, ti stupirai di quante cose hai accumulato negli anni. Quando hai molto disordine, si restringe lo spazio abitativo della casa, sembra più piccola. Si chiama “cecità domestica”, quando siamo così abituati al disordine intorno a noi, che non lo vediamo più; ma a un estraneo salterà subito all’occhio l’accumulo di cose e la loro collocazione nel posto sbagliato. Quindi ripulisci la tua casa dal superfluo e rendi lo spazio il più libero possibile.
  4. Se hai un animale domestico, nessuno visitando la tua casa, dovrebbe notare la sua presenza. Cerca di mettere in uno spazio non troppo evidente la lettiera del gatto, riordina i giochi del cane e soprattutto: pulisci bene la casa dai residui di peluria! Il tuo potenziale acquirente potrebbe essere allergico o temere gli animali. Cerca di accogliere il tuo visitatore con tutte le premure possibili per farlo sentire a casa sua.
  5. Metti in scena la tua casa! Si chiama Home Staging, ed è l’arte di disporre oggetti e fare ordine seguendo regole precise. È una vera e propria tecnica e ci sono dei professionisti che se ingaggiati possono aiutarti a vendere casa tua prima e meglio, perché sapranno come far esaltare i punti forti della tua abitazione. Devi attrarre il tuo acquirente e rendere bello l’immobile curando anche l’arredamento, l’oggettistica e la scelta delle sue tonalità.

Suggerimento immobiliare extra


Le prime impressioni contano e quando mostri la tua casa a potenziali acquirenti, seguendo i semplici suggerimenti di cui sopra sarai, sulla buona strada per colpire positivamente. Perché più attrazione per il tuo immobile, vuol dire più offerte!
Un ultimo consiglio: un Agente Immobiliare può darti altri suggerimenti, perché vedendo il tuo immobile sapra dirti cosa cercano le persone, e cosa secondo lui distingue il tuo immobile dagli altri, avendo lui contatto diretto ogni giorno con gli acquirenti e i loro bisogni. Per compravendite immobiliari, chiedi sempre aiuto a un Agente Immobiliare!

Rivoluziona l’applicazione del fondotinta

Scopri i segreti del make up viso perfetto

Tutto inizia dalla base e anche per il make up, vale questa regola. Un bel trucco del viso inizia con una base perfetta, ovvero con una buona stesura del fondotinta. Fard, bronzer e altri prodotti cosmetici per illuminare il viso, faranno risplendere il tuo volto, solo se il fondotinta è stato applicato correttamente.

Alcuni trucchi per l’applicazione del fondotinta, possono farti apparire più attraente ed elegante anche se opti per un trucco semplice, dall’effetto nude e casual. Per questo motivo, è essenziale dedicare un po’ di tempo ad applicare bene il fondotinta e assicurarsi che la pelle sia perfetta. In questo post troverai i “mai-più-senza” per applicare il fondotinta come un vero make up artist!

Quali sono i tipi di fondotinta?

Partiamo dalla classificazione delle varie tipologie di fondotinta. Non ne esiste una migliore o peggiore, dovrai scegliere quella con cui ti trovi meglio, in base alla tua pelle del viso e alla facilità di applicazione.

Il fondotinta liquido è il più popolare dei quattro e va bene per tutti. Se applicato bene, può far apparire la pelle impeccabile, proprio come quella delle top model in passerella. Tuttavia, se usato su pelli non giovani può accentuare i segni del tempo, in questo caso si consiglia un fondotinta in polvere che copre rughe e piccole cicatrici. Prima di decidere quale sarà la formula preferita del nostro fondotinta, bisogna sperimentare. 

Ci sono 4 quattro diversi tipi di fondotinta:

Consiglio n° 1:  preparare la pelle al make up

Il primo e fondamentale consiglio per l’applicazione del fondotinta è che deve essere steso sulla pelle ben pulita e liscia. È bene quindi utilizzare, prima di truccarsi il viso, un semplice detergente per rimuovere ogni traccia di trucco, polvere o sporcizia dalla pelle. Successivamente, tonificare la pelle con un tonico senza alcool (questo serve per restringere i pori), infine applica massaggiando bene una crema idratante. Per chi ha la pelle secca o desquamata, suggeriamo di strofinare il viso con uno scrub delicato, per poi tonificarlo e idratarlo; ovviamente questa beauty routine dello scrub va fatta saltuariamente per non rovinare la pelle e lasciarle il tempo di rigenerarsi

Consiglio n° 2: applica un primer prima del fondotinta

Se hai i pori dilatati, è molto utile utilizzare un primer. I primer per il viso aiutano anche a rendere più fluido il processo di applicazione del fondotinta, oltre che a farlo durare più a lungo.

Esistono diversi tipi di primer in vendita. Puoi utilizzare quello adatto al tuo tipo di pelle e alla tua condizione cutanea. Il primer funge da barriera tra la pelle e il fondotinta, evitando che i pori si ostruiscano, ecco perché è un componente fondamentale per il make up. Altro consiglio importante: chi ha la pelle viso grassa dovrebbe scegliere un primer in gel o a base d’acqua, mentre chi ha la pelle secca dovrebbe optare per un primer in crema.

Consiglio n° 3: stendi il fondotinta liquido sulla pelle senza errori

Le modalità di applicazione del fondotinta sono specifiche per ogni tipo di cosmetico.

Ora esamineremo 3 modalità di applicazione del fondotinta liquido:

1. Distribuire il fondotinta su tutto il viso.

Il modo migliore per garantire un’applicazione omogenea del fondotinta è quello di distribuirlo su tutto il viso. Prelevate il fondotinta con il dorso della mano e utilizzate il dito per distribuirlo su tutto il viso.

Si può usare anche un pennello per fondotinta, ma se si usano le dita, queste possono aiutare a scaldare leggermente il fondotinta e a sfumarlo meglio. I truccatori esperti utilizzano i pennelli perché hanno più dimestichezza con questo processo e conoscono alla perfezione i prodotti di make up, per un non esperto le dita rimangono lo strumento migliore per applicare il fondotinta!

Inoltre, bisogna iniziare a stendere il fondotinta dal centro. Quando si guarda il viso di una persona, il centro del viso è quello su cui si concentra naturalmente lo sguardo, per cui è necessario partire da qui e spostarsi poi verso l’esterno.

2. Fissare il fondotinta liquido con una cipria

La maggior parte dei fondotinta liquidi può rimanere in posa per 2 o 3 ore, prima che gli oli del viso inizino a rovinarlo. Ecco perché il fondotinta tende a svanire lentamente nel corso della giornata. Per evitare che ciò accada, si può usare una cipria traslucida per fissare il fondotinta. La cipria lo farà durare più a lungo e rimuoverà qualsiasi lucentezza extra. Puoi portare sempre con te una cipria compatta per fare dei ritocchi al trucco, soprattutto quando noti che la pelle tende ad ingrassarsi e diventare lucida nella zona T.

Consiglio n° 4: come applicare gli atri tipi di fondotinta, in polvere e mousse

Le modalità di applicazione del fondotinta sono specifiche per ogni tipo di cosmetico.

1. Applicazione corretta del fondotinta in polvere.

Questo tipo di fondotinta offre la minore copertura tra i quattro elencati sopra, ma è molto facile da usare e versatile, è adatto a tanti tipi di pelle. La maggior parte di questi fondotinta si presenta in una confezione compatta con un applicatore. Sebbene sia abbastanza facile da mettere, il modo per ottenere i migliori risultati con il fondotinta in polvere è quello di applicarlo lentamente, così da ottenere una copertura perfetta. In caso contrario, il risultato potrebbe risultare un po’ appiccicoso e innaturale. I fondotinta in polvere minerali sono ottimi per le pelli grasse!

 2. Applicazione corretta del fondotinta cushion.

Il fondotinta cushion o mousse, si applica in modo simile al fondotinta in polvere, anche se ha una consistenza che va dal cremoso al liquido. Bisogna picchiettarlo su tutto il viso e aumentarlo nelle zone in cui si ha bisogno di maggiore copertura. Questi fondotinta hanno di solito un effetto piuttosto naturale sulla pelle.

3. Applicazione del fondotinta in crema o in stick.

I fondotinta in stick stanno tornando di moda. Hanno dei vantaggi innegabili: sono i più adatti alle pelli secche, ecco perché chi ha la pelle grassa li trova un po’ troppo pesanti. Per applicare un fondotinta in stick, passa lo stick su tutto il viso con movimenti lunghi e poi usa un pennello per sfumare il tutto. Assicurati di sfumare nella direzione della crescita dei peli del viso, per dare un aspetto naturale. Applica poi una cipria in polvere per far durare il fondotinta tutto il giorno

Consiglio n° 5: scegli il colore del fondotinta giusto per la tua carnagione.

È importante che la tonalità del fondotinta risulti naturale, quando lo si applica sul viso, e che non stacchi troppo con l’incarnato del collo. Chiedi consiglio al momento dell’acquisto o scopri online la tonalità di fondotinta più giusta per la tua pelle, devi comprendere il tuo tono e sottotono.

Se hai una bella pelle, senza grossi problemi, puoi scegliere di usare una crema idratante colorata, una BB cream per uniformare il tono dell’incarnato e poi coprire le imperfezioni con un correttore. Puoi decidere di applicare il fondotinta solo per le occasioni speciali in cui vuoi apparire perfetta con un make up più strutturato.

Continua a seguirci per altri consigli di make up!

Che caratteristiche deve avere un monitor da gaming?

Specifiche tecniche per scegliere un monitor per giocare al computer.

Hai la passione del gaming e vorresti un monitor nuovo, più performante? In questo articolo ti spieghiamo le caratteristiche fondamentali che deve avere un monitor per fare gaming ad alti livelli.

Innanzi tutto bisogna sapere che i monitor si differenziano in base alla tecnologia del pannello che gestisce il comportamento dei pixel. Col passare degli anni, gli schermi piatti si sono evoluti seguendo diversi percorsi.

La tecnologia del monitor per computer

Oggi il mercato propone 4 diverse tipologie di monitor:

La tecnologia TN è la più “anziana” tra le menzionate, si tratta di schermi generalmente economici ma non per questo non adatti al gaming.

La OLED invece è la tecnologia più recente, ultimamente implementata anche sui monitor, fino a un anno fa solo alcuni modelli di Tv la utilizzavano, essa offre la migliore qualità a fronte di prezzi però più elevati.

Nel mezzo troviamo IPS e VA, ognuna con i suoi pro e contro, va sempre considerato l’uso che vogliamo fare del monitor e il proprio gusto.

Quali sono le principali differenze, nella resa, tra i diversi tipi di monitor?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo prendere in considerazione 4 aspetti:

1. Angolo di visuale.

Quanto cambia la visione del pannello se non ci troviamo perfettamente di fronte al pannello? I pannelli TN sono quelli che risentono maggiormente se osservati con una certa angolazione, tendono a modificare i colori e perdere parecchia visibilità. Gli IPS offrono una buona visualizzazione invece, sotto questo aspetto sono considerati una buona scelta anche in ambito lavorativo, si possono osservare in obliquo abbastanza bene. I VA offrono una discreta visualizzazione quasi quanto gli IPS. Gli OLED non hanno problemi di visualizzazione con angolo di visuale.

2. Luminosità.

Gli IPS sono generalmente i più luminosi, seguiti dai VA, dagli OLED e infine i TN. La luminosità può essere interessante se si cerca un prodotto che supporti anche l’HDR (High dynamic range), ovvero una gestione dell’illuminazione più realistica. In questo caso maggiore è la luminosità, maggiore è lo standard HDR raggiungibile.

3. Contrasto. Il contrasto è molto importante se considerato insieme alla luminosità ed è la caratteristica che più è influenzata dalle differenze tra le tecnologie disponibili. I pannelli VA sono quelli col maggior contrasto. Questo è dovuto dal fatto che hanno dei “neri” molto profondi, sono infatti spesso consigliati per l’utilizzo in stanze non particolarmente luminose. Gli IPS hanno decisamente meno contrasto, pur essendo i più luminosi, in genere non raggiungono dei neri dello stesso livello dei VA, saranno sempre un po’ sfumati sul grigio, non profondi come i VA. Questi pannelli in ambienti molto luminosi sono preferibili ai VA. I TN, figli ormai di una tecnologia un po’ anziana sono quelli che offrono il minor contrasto. Menzione a parte per gli OLED, che oltre alle ottime caratteristiche di luminosità, hanno la capacità di “spegnere” i pixel se deve essere visualizzato il nero, offrendo quindi il miglio contrasto in assoluto.

4. Frequenza e latenza.

Sono 2 elementi che è opportuno considerare contemporaneamente. La frequenza abbiamo visto che si traduce nel quantitativo di frames visualizzati al secondo, la latenza invece ci indica quanto tempo passa dall’input del comando a ciò che accade a schermo. Pensiamo a un gioco frenetico, ad esempio uno sparatutto o una simulazione di corsa, in questo ambito la prontezza nella risposta ai comandi e la possibilità di avere una visuale limpida nonostante una scena frenetica sono elementi che cambiano decisamente l’esperienza di gioco. La frequenza elevata ormai può essere raggiunta da qualsiasi tecnologia di pannello. Sulla latenza i più reattivi sono gli OLED, seguiti da TN, IPS e VA. Ultimamente stanno uscendo anche pannelli VA paragonabili agli IPS anche in termini di latenza.

Qual è il miglior monitor da comprare?

Ovviamente la risposta a questa domanda, è che devi basarti sul tuo caso specifico: che utilizzo farai del monitor e la disponibilità economica.

Vediamo alcuni punti che ti possono orientare nella scelta del monitor più giusto per te:

  • TN – Pro, sono i monitor più economici, offrono la possibilità di avere alto refresh (frequenza). Contro, hanno uno scarso angolo di visuale, la fedeltà dei colori e il contrasto sono inferiori alle altre opzioni in commercio
  • IPS – Pro, hanno alte frequenze, un ottimo angolo di visuale, buona fedeltà dei colori, alta luminosità. Contro, contrasto non elevato e sono monitor generalmente costosi.
  • VA – Pro, hanno alte frequenze, un buon contrasto e una buona fedeltà dei colori. Contro, hanno uno scarso angolo di visuale, possono soffrire in ambienti particolarmente luminosi.
  • OLED – Pro, hanno alte frequenze, alto contrasto, buona fedeltà dei colori e buon angolo di visuale. Contro, sono i monitor più costosi. Inoltre è possibile che dopo anni il pannello soffra di “burn in”, ovvero un difetto che porta un’immagine a rimanere “impressa” nello schermo se visualizzata per tanto tempo senza movimento.

In conclusione la scelta del monitor richiede un po’ di ricerca. Un consiglio pratico: una volta identificato un budget, la dimensione e la risoluzione del monitor, verifica di persona la resa. Spesso entrano in gioco abitudini, gusti personali e altri fattori soggettivi, per cui è opportuno vedere dal vivo la resa del monitor che vogliamo comprare

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Come scegliere il miglior monitor da gaming

Consigli utili per orientarsi nel mondo dei monitor per computer

Il monitor nell’insieme del sistema “computer” è la periferica che ci “consegna” i contenuti: è attraverso di esso che visualizziamo tutto ciò che riguarda l’utilizzo del computer. In questo articolo andremo a considerare gli aspetti principali per orientarsi nel mercato dei monitor e acquistare quello giusto per il tuo pc.

Caratteristiche tecniche principali dei monitor

La prima fondamentale caratteristica distintiva, tra i modelli di monitor in commercio, è la risoluzione. Considerando lo standard 16:9 le 3 principali categorie sono:

All’aumentare della definizione del monitor, in caso di gaming, corrisponderà una maggiore richiesta di potenza da parte della scheda video. In base alle dimensioni del pannello avremo un certo rapporto, chiamato PPI, ovvero “pixel per inches”, che indica quanti pixel sono contenuti nell’area di un pollice (2,5 cm) dello schermo. Più è elevato questo rapporto, maggiore è la definizione percepita.

È bene considerare, che è molto importante bilanciare il rapporto tra risoluzione e dimensione dello schermo.  Facciamo un esempio pratico: se avessimo una risoluzione Full HD su un pannello da 40 pollici ci troveremmo a vedere i contenuti al pc con una grafica sempre sgranata. Al contrario, se scegliamo una risoluzione 4K su un pannello da 24 pollici, ci troveremmo a visualizzare le icone del sistema operativo come miniature.

Di seguito possiamo notare dei range accettabili per quanto riguarda le dimensioni dello schermo del computer in base alla risoluzione:

  • Full Hd 1980 x 1080 pixel, fino a 27 pollici
  • QHD 2560 x 1440 pixel, da 24 a 32 pollici
  • 4K, 3840 x 2160 pixel, da 27 pollici in su

Guida al formato dei monitor per computer

Altra caratteristica principale, per scegliere il monitor giusto, è il formato dello schermo, cioè il rapporto tra la misura orizzontale e verticale del monitor. Loi standard principale è il 16:9. Col passare del tempo e l’evoluzione dei pannelli, sono emersi anche altri formati panoramici. Pensiamo per esempio ai monitor 21:9 e 32:9.

Questi monitor di grande formato, si sono evoluti considerando un utilizzo lavorativo di numerose finestre aperte contemporaneamente. Infatti un pannello monitor ad ampia visuale, consente di poter gestire molte più finestre rispetto a un singolo 16:9.

L’altro ambito che ha dato una decisa spinta al diffondersi dei formati monitor ultrawide è il gaming. Sono schermi particolarmente adatti alle simulazioni di guida e agli sparatutto in prima persona.

Quanti Hertz deve avere un buon monitor?

Dopo le caratteristiche “fisiche” più importanti in un monitor, prendiamo ora in considerazione un elemento che negli anni recenti è diventato determinante per la scelta dello schermo, soprattutto in caso di utilizzo gaming, si tratta della frequenza.

Fino a una decina di anni fa era un aspetto trascurabile, oggi invece, con la potenza a disposizione è possibile avere frequenze ben più elevate dei canonici 60hz. Abbiamo pannelli da 60hz, 75hz, 144hz, 240hz e oltre.

Più sale la frequenza del monitor, maggiore è la visualizzazione di frames per secondo e in sostanza percepiremo una fluidità più nitida e definita. Visualizzando una maggiore quantità di fps beneficeremo anche di una minore latenza in game, questo si traduce in una reattività più immediata tra il comando e ciò che accade sullo schermo; questa caratteristica è spesso ricercata da chi gioca a sparatutto a game pc competitivi.

A questo punto bisogna menzionare le tecnologie di sincronizzazione, che sono fondamentali per l’utilizzo dei monitor.

Le tecnologie di AMD e Nvidia per la sincronizzazione, sono Freesync e Gsync, Servono a mantenere perfettamente in sincro l’output della scheda video e del monitor, evitando che si creino fastidiosi artefatti o imperfezioni, soprattutto quando la scheda video eroga tanti frames per secondo. Queste tecnologie di sincronizzazione sono fondamentali soprattutto in caso di utilizzo del monitor per giocare.

Qual è la giusta distanza dal monitor?

Un primo parametro, per poter iniziare a scegliere il proprio monitor, può essere la distanza. Di seguito riportiamo delle indicazioni di massima, che possono servire a scegliere la dimensione più giusta dello schermo:

  • 24 pollici – dai 40cm fino a 1mt
  • 27 pollici – dai 45cm fino a 1mt e 15cm
  • 32 pollici – dai 50cm fino a 1mt e 35cm
  • 38 pollici – dai 65cm fino a 1mt e 60cm
  • 42 pollici – dai 75cm fino a 1mt e 80cm

Siamo certi che con queste informazioni saprai scegliere il miglior monitor per pc.

Non ti resta che surfare in rete per confrontare produttori e prezzi, buon acquisto!

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Casa da ristrutturare: è un investimento da fare?

Scopri quando è il caso di investire denaro in proprietà dismesse

Ci sono molti investimenti che vengono fatti nel settore immobiliare, la maggior parte dei quali sono studiati per ottenere guadagno dalla proprietà acquistata. Lo schema è comprare, far salire il valore dell’immobile e infine vendere.

Investire in proprietà dismesse per guadagnare denaro

Un tipico caso è quello di acquistare case abbandonate o proprietà da ristrutturare.

Quando ci troviamo difronte a una proprietà dismessa, i motivi per cui è in questo stato possono essere:

  • Incuria dei precedenti proprietari. Si tratta di un immobile che ha bisogno di piccole ristrutturazioni e un ammodernamento. Può essere un’occasione ghiotta per chi non ha grossi capitali da investire, basta non lasciarsi spaventare dallo stato attuale, ma vedere oltre il presente e immaginare l’immobile come lo vorremmo.
  • edificio datato. Si tratta di un immobile che ha bisogno di medie e piccole ristrutturazioni. Va controllato con attenzione con l’aiuto di un esperto (un architetto o un geometra), perché bisogna verificare lo stato di elementi portanti dell’immobile quali il tetto, l’impianto elettrico e se si trova in una zona sismica, se è stato messo in sicurezza con gli interventi richiesti.

rudere abbandonato. In questa tipologia rientrano anche i ruderi industriali. Come prima cosa vanno verificati con il catasto piantine e documenti. Prima di prendere un’importante decisione di acquisto in previsione di una ristrutturazione, bisogna capire se è consentita o ci sono dei vincoli storici o paesaggistici. Quindi è molto importante controllare le carte, anche perché in caso di proprietà molto vecchie possono essere smarriti o da rifare

Le 4 domande per aiutarti decidere se acquistare un immobile da ristrutturare

Prima di indirizzarti sull’acquisto di questo tipo di proprietà, che solitamente hanno il vantaggio di un prezzo molto allettante, devi fare queste riflessioni e valutazioni:

  1. decidere quale sarà lo scopo della ristrutturazione (vuoi vendere subito? O vuoi goderti per un po’ di anni la proprietà?)
  2. calcolare il costo per far tornare la proprietà a un valore appetibile per la rivendita
  3. calcolare quanto tempo puoi dedicare alla ristrutturazione (o quanto ti costerebbe delegare e a chi)
  4. calcolare se vuoi farne una struttura ricettiva, considera l’ambiente circostante: il vicinato, la posizione dell’immobile e tutti i permessi richiesti per poter accogliere gli ospiti nel tuo immobile.

Come evitare problemi con una casa da ristrutturare

Bisogna sempre essere pragmatici quando desideriamo acquistare una casa abbandonata o dismessa. Infatti peggiori saranno le sue condizioni, più basso sarà il costo o il margine per trattare. Ma è importante fissare un budget che include il costo per l’acquisto e per le sue ristrutturazioni. A questo budget bisogna aggiungere un extra + 20%, che sarà il costo per spese che non avevamo previsto, perché una ristrutturazione presenta spesso delle sorprese! Se non calcoli bene il denaro che spenderai, lasciandoti un margine rischi di rimanere in stallo: con una casa che non riesci a sistemare, mentre paghi le tasse per averla acquistata. Un incubo in cui nessuno vuole ritrovarsi!

Occhio alle proprietà pignorate, con ipoteche o altre situazioni problematiche. L’ideale come sempre è affidarsi a un’Agenzia Immobiliare e non trattare con privati, infatti un Agente Immobiliare ha esperienza di queste situazioni e saprà fare le domande e le verifiche giuste per controllare che tutto sia in ordine difronte alla legge. Fino a quando avrai la giusta stabilità economica, e le giuste motivazioni, potrai realizzare il tuo sogno e diventare un piccolo imprenditore immobiliare. Infine ricorda sempre, in caso di ville con ettari di terreno attorno, che anche questo richiede manutenzione. Decidi quindi se e come sfruttarlo, calcola il costo per mantenere la proprietà in ordine una volta che l’avrai rimessa in piedi e se deciderai di fare un frutteto o una piantagione, quanto denaro ti servirà per tenerlo in attività.

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3 consigli di Copywriting per scrivere il post blog perfetto

Non basta scrivere un testo: scopri come rendere efficaci i tuoi contenuti online.

I blog funzionano ancora? I blog vanno alla grande! Perché permettono di approfondire dei contenuti con chi ci segue (followers, clienti, potenziali partners per la nostra attività) e soprattutto danno visibilità al nostro sito.

Quindi arriviamo al tasto dolente: ma come scrivere il post di un blog, affinché il copywriting sia davvero efficace e non si riveli uno spreco di tempo?

Per prima cosa bisogna capire che un blog è una forma di scrittura diversa da un articolo per la carta stampata, un romanzo o un racconto breve.

L’articolo di un blog è destinato a una pagina web, pertanto ha una forma di scrittura ben definita e differente dalle altre.

Il copy di un blog deve essere di impatto, oltre che deve avere un contenuto originale. Per avere un blog di successo bisogna rispettare delle regole che spaziano dalla scrittura alla forma del vostro articolo, vediamole una per una

1. Il titolo di articolo di blog è fondamentale

La regola del titolo (potremmo chiamarla così!) è importantissima per tutti i media, programmi televisivi, libri, quotidiani.

E quando si tratta di contenuti online, il titolo rappresenta la copertina del vostro lavoro. Ed è vero: le persone giudicano un libro dalla copertina.

Il titolo del tuo articolo di blog, è l’unico strumento di copywriting che hai, per fare una grande, prima impressione. Scrivere un titolo accattivante è una disciplina a sé stante, con la quale è bene familiarizzare.

Questi elementi ti aiutano a scrivere un grande titolo:

  • Inserisci dei numeri. Permette alle persone di capire rapidamente l’entità del valore.
  • Comunica valore. Fai capire alle persone che il contenuto del testo che leggeranno, per loro è importante, che in quel blog post troveranno dei contenuti per loro interessanti e di valore.
  • Usa dei verbi. Le azioni parlano più delle parole. I verbi sono le parole delle azioni. Bisogna inserire sempre almeno un verbo nel titolo di un articolo per blo
  • Usa l’iperbole. Le persone vogliono sempre qualcosa lo straordinario e l’iperbole inserita nel copy cattura subito l’attenzione, è una promessa di originalità
  • Esplicita bene l’argomento del post. Metti in chiaro di cosa parlerai, le persone non vogliono perdere tempo in contenuti che non sono di loro interesse.

Per scrivere un buon titolo, non è necessario inserire tutti e 5  punti sopra, però non bisogna tenerli bene a mente quando si crea un titolo.

2. Il primo paragrafo è fondamentale per un post blog

Chi legge, si impegnerà a farlo solo se gli è stato promesso che il contenuto sarà interessante. Ecco perché il primo paragrafo di un blog è molto importante, perché assicura il lettore che si appassionerà non appena inizierà a leggere il copy del blog.

Se il titolo è una promessa, allora dovete mantenerla velocemente, per non perdere il lettore in pochi secondi.

Bisogna rafforzare la promessa che il vostro contenuto darà valore a chi lo legge, così le persone rimarranno sulla pagina web.

Si tratta della cosiddetta “piramide rovesciata”: date la priorità a ciò che è più importante (lo stiamo facendo anche in questo articolo, notate che non è un conto alla rovescia?), seguitelo con altre informazioni importanti e poi allargatevi al contesto generale.

3. Scrivi paragrafi corti e veloci per il web

Le ricerche dimostrano che i lettori online analizzano i contenuti secondo uno schema a “F”. L’”F” pattern, indica proprio la disposizione grafica dei contenuti che sembrano delineare una F.

Spezzare i paragrafi assicura che i lettori assorbano il maggior numero di informazioni, anche se si limitano a una semplice scansione dei contenuti del copy senza leggere tutto.

I blocchi di testo molto lunghi impediscono alle persone di prestare attenzione, perché non sanno dove focalizzare lo sguardo.

Mantenere i paragrafi corti permette a chi legge di scansionarli alla ricerca di contenuti di interesse.

Inoltre, i paragrafi brevi, agiscono come trampolini di lancio: fanno rimbalzare le persone da uno all’altro e mantengono la loro attenzione più a lungo.

Con questi tre semplici accorgimenti di copywriting, i tuoi testi per blog risulteranno molto più efficaci. Ci sono altri consigli, più tecnici, che approfondiremo in un prossimo articolo. Ovviamente il suggerimento principe, per la scrittura, è quello di fare molta pratica: bisogna prendere confidenza con il linguaggio, solo così diventerà poi automatico applicare strutture precise ai vostri copy senza risultare artificiosi

Un libro molto interessante che vi consigliamo per approfondire l’argomento è questi: clicca qui

Guida al rossetto perfetto

Come scegliere la nuance di rossetto giusta per le tue labbra

Il rossetto giusto non solo rende le labbra più belle, ma esalta il tuo incarnato e la bellezza del tuo viso. Ecco perché il rossetto è una parte fondamentale del make-up, capace di valorizzare anche un trucco acqua e sapone.

Ma come scegliere il rossetto più adatto a te? È necessario individuare per prima cosa il colore dell’incarnato, poi bisogna trovare un giusto compromesso tra i nostri gusti e il modo di esprimere la nostra personalità attraverso il make-up.

Ecco i 3 step per scegliere il rossetto perfetto

Prima di tutto partiamo dalla base, ovvero come applicare correttamente il rossetto.

Si inizia a stendere il rossetto dal centro delle labbra, quindi va applicato verso l’esterno su ciascun lato. Per ottenere un colore più intenso si consiglia di fare una seconda passata. Dopo aver applicato il messo, tamponare le labbra con un fazzoletto o con stingere un dito tra le labbra, per rimuovere gli eccessi. Vediamo ora i 3 step per trovare il rossetto più adatto ad esaltare la nostra bellezza

1. Scopri prima di tutto il colore della tua pelle

Bisogna capire a che fototipo apparteniamo, se abbiamola pelle del viso

  • chiara
  • media
  • scura

Come capirlo?

Sotto la luce del sole bisogna osservare la zona mandibolare, questa parte del viso rivela con chiarezza la nostra tonalità.

Una pelle chiara ha un colore più o meno pallido, fatica ad abbronzarsi e può presentare lentiggini e rossori.

Una pelle media ha un colorito non troppo chiaro e neanche scuro, si abbronza facilmente, diventando dorata.

Una pelle scura è particolarmente pigmentata anche in inverno ed è probabile che si accompagni a capelli neri o castani.

2.  Individua poi il sottotono della tua pelle

Il sottotono è lo strato inferiore della pelle ed è fondamentale per scegliere il giusto make-up.

Il metodo più semplice per capire qual è, consiste nell’osservare il colore delle vene: ​

  • se sono blu o viola, allora abbiamo un sottotono freddo,
  • se sono verdi allora abbiamo un sottotono caldo,
  • se invece sono verde/blu, abbiamo un sottotono neutro,

Un altro metodo molto semplice per capire il sottotono della pelle, è accostarla a gioielli in oro o argento, perché l’oro sta meglio con le pelli dal sottotono caldo, mentre l’argento con le carnagioni dal sottotono freddo.

3.  Scegli ora il rossetto in base alla tua carnagione

Finalmente, dopo aver individuato il colore della carnagione e il sottotono della pelle, possiamo scegliere con facilità il rossetto ideale per noi.

  • Per chi ha la pelle chiara i rossetti più adatti sono quelli sulle tonalità del rosa chiaro e del nude, ma ci si può anche spingere su toni più decisi come il rosa pesca e il corallo.
  • Per chi ha il sottotono freddo, l’ideale è scegliere una nuance di rossetto brown deciso o un nude sui toni del beige.
  • Per chi ha il sottotono caldo, è consigliato scegliere un rossetto con le sfumature ton sur ton del rosa – oppure scegliere un colore nude dai toni pesca.
  • Per chi ha una pelle media, è consigliata la palette dei rosa però nelle declinazioni più forti, come ad esempio il malva e il bordeaux. Queste tinte, risultano perfette soprattutto se si ha un sottotono freddo. Se invece il sottotono è caldo, allora è il caso di optate per le sfumature del bronze, del rame e del mattone.   
  • Per chi ha la pelle scura, è il caso di puntare su rossetti scuri nei toni del bordeaux, il burgundy, il prugna e il marrone. Meglio le sfumature del bordeaux e del vinaccia in caso di un sottotono freddo, mentre i toni del marrone, il bronze e il rame sono perfetti per chi un sottotono caldo.

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Come scegliere il processore

Alcuni consigli per orientarsi nel mondo dei processori

Il processore potrebbe essere paragonato al cervello di un computer. È infatti il componente che si occupa di gestire e contribuire a elaborare i carichi computazionali di qualsiasi operazione si debba svolgere con la macchina. In qualsiasi tipo di applicazione dovrà elaborare dati e comunicare con le altre periferiche. Per questo motivo necessita di un “supporto” da parte di tutti gli altri componenti presenti nel computer.

Il panorama dei processori negli ultimi anni

Negli ultimi anni il settore delle CPU (Central processing unit) si è evoluto a ritmi molto rapidi, se paragonato al decennio precedente. È infatti a partire dal 2017 con l’uscita dei processori Ryzen che il mercato ha letteralmente subito uno scossone che ha portato notevoli progressi nella capacità elaborativa dei processori. Fino a quell’anno, senza considerare i primi anni 2000, il mercato è stato dominato da Intel, con ottimi processori, ma senza a una netta evoluzione. Ed è proprio nel 2017 che AMD introducendo i nuovi Ryzen ha cambiato il mercato. La caratteristica principale dei primi Ryzen è stata l’introduzione di numerosi “cores” all’interno dei chip. Fino ad allora i chip con più di 4 cores offerti da Intel avevano costi molto elevati, troppo per il consumatore non professionale. Ogni core potrebbe essere definito come un “cervello”, ogni core può svolgere il lavoro di uno o due cervelli contemporaneamente (Hyper threading). Con l’introduzione dei Ryzen sono diventati consueti processori con 4, 6, 8, 12 e più cores. Intel dal canto suo, dopo anni di migliorie marginali ai propri prodotti ha dovuto accelerare nello sviluppo dei suoi modelli, innescando una serrata “battaglia” di prestazioni con AMD.

Cosa offre il mercato dei processori?

Il mercato dei processori offre prodotti che possono svolgere a poco prezzo le operazioni più tipiche ad uso ufficio, come il pacchetto Office, la navigazione web e la fruizione di contenuti multimediali. Per queste funzioni basiche si può beneficiare di modelli piuttosto economici.

All’aumentare delle esigenze vengono proposti modelli sempre più performanti, in particolare vale la pena considerare 2 elementi:

  • Le istruzioni per ciclo (IPC) Questo parametro indica quanto ogni core è “veloce”, quanto un singolo core riesce a svolgere per ciclo. Questo dato può essere influenzato dalla frequenza operativa del core espressa in megahertz, anche se varia dall’architettura, spesso migliorata nei modelli più recenti. Ad esempio 5000mhz di un processore del 2017 non offrono le stesse prestazioni di 5000mhz di un processore del 2022.
  • Le prestazioni multicore Questo parametro invece indica quante operazioni un processore può svolgere simultaneamente. È logico pensare che all’aumentare dei cores, aumenterà la quantità e la complessità di operazioni che si potranno svolgere in contemporanea.

Quanto processore devo scegliere?

Prendendo come riferimento una macchina da gaming, potremmo concentrarci a cercare il massimo IPC possibile, una volta presi in considerazione modelli dai 6 cores in su. Questo aspetto è dovuto dal fatto che i videogiochi di recente hanno iniziato a beneficiare della presenza di più cores, ma la “forza bruta” arriva dalle prestazioni per ciclo. È quindi importante concentrarsi su entrambi gli aspetti, senza però dover considerare processori con più di 8 cores (16 threads). Ad oggi i modelli in questo range prestazionale sono:

  • AMD Ryzen 5 5600x (6 cores 12 threads) o Intel I5 12600k (12 cores 16 threads)
  • AMD Ryzen 7 5800x (8 cores 16 threads) o Intel I7 12700k (12 cores 20 threads)

Nel caso si dovesse fare anche streaming di contenuti durante il gioco, ha sicuramente senso considerare processori con più cores, a meno che non si utilizzi un’altra macchina dedicata alla trasmissione dei contenuti. Questo è importante perché lo streaming richiede un ulteriore elaborazione dei flussi di dati mentre viene elaborato il gioco. I giochi moderni inoltre possono avere necessità di molta potenza elaborativa, essendo in alcuni casi molto esigenti sia dal punto di vista della CPU che della GPU

Un cenno va fatto per distinguere la risoluzione a cui si gioca. In FullHD sarà necessario avere un processore più potente per avere un buon bilanciamento con la scheda video, onde evitare colli di bottiglia. In 4K invece, il carico sarà maggiormente svolto dalla scheda video, che per fornire buone prestazioni dovrà essere molto prestazionale.

Considerando invece una macchina da lavoro semiprofessionale dedicata a photo/video editing e modellazione 3D è sicuramente convenente orientarsi su modelli ad elevato quantitativo di cores, da supportare con un buon quantitativo di memoria RAM (almeno 32Gb):

  • AMD Ryzen 9 5900x (12 cores 24 threads) – 5950x (16 cores 32 threads)
  • Intel I7 12700k (12 cores 20 threads) o I9 12900k (16 cores 24 threads)

I modelli più recenti

Una peculiarità degli Intel di 12esima generazione consiste in una numerazione di cores threads non più lineare come nel caso di AMD. Questi nuovi Intel infatti dispongono di P-Cores ed E-cores. I primi, oltre ad avere hyperthreading (1 core 2 threads) sono paragonabili ai classici cores di AMD. Gli E-cores invece sono cores a consumo ridotto, senza hyperthreading che si occupano di svolgere le operazioni in background, in modo tale da permettere ai P-cores di dedicarsi interamente alle operazioni più esigenti.

I modelli in arrivo

A fine 2022 usciranno i nuovi modelli Intel di 13esima generazione e i nuovi modelli AMD 7xxx. Le memorie passeranno da DDR4 a DDR5 e probabilmente vedremo sia un incremento dei cores in generale, che l’inserimento di E-cores nei modelli di entrambi i produttori.

Che Cosa’è Il Tone Of Voice

ANCHE QUANDO SCRIVI USI UN TONO, TU QUALE HAI SCELTO?

Il tone of voice caratterizza la personalità di un prodotto o servizio, rappresenta sostanzialmente il modo in cui il brand viene percepito dal pubblico di riferimento. È il frutto di un approfondito studio di brand identity, perché è il modo in cui una società si esprime: è la lingua che parla. E proprio come una lingua, ha un suo gergo, delle espressioni caratteristiche che sono subito comprensibili per uno specifico target, ovvero il pubblico che si è deciso di raggiungere e coinvolgere

3 step per definire il tono della tua comunicazione, il “Tone of Voice”

Perché è importante stabilire le caratteristiche del proprio linguaggio in comunicazione? Perché è buona regola non cambiarlo! Per elaborare un piano editoriale coerente e per non confondere i followers ma fidelizzarli

STEP 1

> Formale o informale? Ironico o istituzionale? Dipende dal tuo business, e dal tuo target. La domanda che devi porti è: cosa si aspettano le persone che mi seguono?

Facciamo un esempio pratico.

Uno Studio Commercialista probabilmente non userà un linguaggio scherzoso o troppo leggero, perché deve trasmettere sicurezza ai suoi clienti.

STEP 2

> Differenziati. Trova la tua chiave, uno stile che ti renda subito riconoscibile. Ad esempio, sempre lo Studio Commercialista, potrebbe fare dei post informativi, con dei testi chiari e brevi disposti in elenchi puntati.

A lungo andare questo modo di esprimersi diventerà uno stile, una cifra comunicativa.

STEP 3

> Scrivi le tue regole. Prendi carta e penna (o tastiera), e metti nero su bianco cosa vuoi far sapere della tua attività. E cosa non vuoi trasmettere.

Questo ti aiuterà a scrivere testi più personali e meno standard, ti servirà per trovare la tua voce!

Lo Studio Commercialista, ad esempio, può decidere di evitare toni allarmistici e puntare sulla positività.  Come vedi abbiamo determinato il tone of voice dello studio: formale e positivo. Chiaramente questa è una semplificazione, va fatto uno studio attento per decidere il tono di una comunicazione, affinché raggiunga gli obiettivi prefissati.

Vari tipi di tone of voice

Questi sono i principali tipi di tono di voce, possiamo raggrupparli in:

  • Tono Freddo > burocratico, istituzionale.

È lo stile da cui diverse aziende stanno cercando di smarcarsi a favore di una comunicazione più umana, di prossimità con gli utenti. Come caratteristica ha la struttura classica dello scritto: oggetto + verbo + complemento oggetto; uno schema rigido che non richiede inventiva nella struttura.

  • Tono Neutro> professionale, onirico. Questo ToV può avere molte sfumature, può tendere al freddo o al caldo. Come caratteristica non spinge il lettore al punto A al B ma lo incuriosisce, lo spinge con dolcezza ad andare avanti con la lettura.
  • Tono Caldo > colloquiale, amichevole. La caratteristica di questo tono di voce è che sembra che dall’altra parte ci sia una persona, un amico che ci racconta delle storie in merito a un determinato prodotto/servizio. Il linguaggio è semplice, le strutture non sono complesse per comunicare vicinanza al lettore e autenticità.
  • Tono Colorato > ironico, aggressivo. Questo tono di voce è fuori dagli schemi, si spinge oltre i limiti per essere unico e subito riconoscibile. Un esempio che ha fatto scuola è il caso di Burgez: no al politically correct, sì alle parolacce (sempre usate in un contesto preciso!) e alle provocazioni.

Per vedere alcuni esempi di tone of voice, qui trovi un interessante articolo.

Ricorda la regola n.1 per decidere il ToV: una volta scelto non si cambia, perché questo significherà cambiare la tua identità corporate.