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Autore: comeonline

Che Cosa’è Il Tone Of Voice

ANCHE QUANDO SCRIVI USI UN TONO, TU QUALE HAI SCELTO?

Il tone of voice caratterizza la personalità di un prodotto o servizio, rappresenta sostanzialmente il modo in cui il brand viene percepito dal pubblico di riferimento. È il frutto di un approfondito studio di brand identity, perché è il modo in cui una società si esprime: è la lingua che parla. E proprio come una lingua, ha un suo gergo, delle espressioni caratteristiche che sono subito comprensibili per uno specifico target, ovvero il pubblico che si è deciso di raggiungere e coinvolgere

3 step per definire il tono della tua comunicazione, il “Tone of Voice”

Perché è importante stabilire le caratteristiche del proprio linguaggio in comunicazione? Perché è buona regola non cambiarlo! Per elaborare un piano editoriale coerente e per non confondere i followers ma fidelizzarli

STEP 1

> Formale o informale? Ironico o istituzionale? Dipende dal tuo business, e dal tuo target. La domanda che devi porti è: cosa si aspettano le persone che mi seguono?

Facciamo un esempio pratico.

Uno Studio Commercialista probabilmente non userà un linguaggio scherzoso o troppo leggero, perché deve trasmettere sicurezza ai suoi clienti.

STEP 2

> Differenziati. Trova la tua chiave, uno stile che ti renda subito riconoscibile. Ad esempio, sempre lo Studio Commercialista, potrebbe fare dei post informativi, con dei testi chiari e brevi disposti in elenchi puntati.

A lungo andare questo modo di esprimersi diventerà uno stile, una cifra comunicativa.

STEP 3

> Scrivi le tue regole. Prendi carta e penna (o tastiera), e metti nero su bianco cosa vuoi far sapere della tua attività. E cosa non vuoi trasmettere.

Questo ti aiuterà a scrivere testi più personali e meno standard, ti servirà per trovare la tua voce!

Lo Studio Commercialista, ad esempio, può decidere di evitare toni allarmistici e puntare sulla positività.  Come vedi abbiamo determinato il tone of voice dello studio: formale e positivo. Chiaramente questa è una semplificazione, va fatto uno studio attento per decidere il tono di una comunicazione, affinché raggiunga gli obiettivi prefissati.

Vari tipi di tone of voice

Questi sono i principali tipi di tono di voce, possiamo raggrupparli in:

  • Tono Freddo > burocratico, istituzionale.

È lo stile da cui diverse aziende stanno cercando di smarcarsi a favore di una comunicazione più umana, di prossimità con gli utenti. Come caratteristica ha la struttura classica dello scritto: oggetto + verbo + complemento oggetto; uno schema rigido che non richiede inventiva nella struttura.

  • Tono Neutro> professionale, onirico. Questo ToV può avere molte sfumature, può tendere al freddo o al caldo. Come caratteristica non spinge il lettore al punto A al B ma lo incuriosisce, lo spinge con dolcezza ad andare avanti con la lettura.
  • Tono Caldo > colloquiale, amichevole. La caratteristica di questo tono di voce è che sembra che dall’altra parte ci sia una persona, un amico che ci racconta delle storie in merito a un determinato prodotto/servizio. Il linguaggio è semplice, le strutture non sono complesse per comunicare vicinanza al lettore e autenticità.
  • Tono Colorato > ironico, aggressivo. Questo tono di voce è fuori dagli schemi, si spinge oltre i limiti per essere unico e subito riconoscibile. Un esempio che ha fatto scuola è il caso di Burgez: no al politically correct, sì alle parolacce (sempre usate in un contesto preciso!) e alle provocazioni.

Per vedere alcuni esempi di tone of voice, qui trovi un interessante articolo.

Ricorda la regola n.1 per decidere il ToV: una volta scelto non si cambia, perché questo significherà cambiare la tua identità corporate.

Come scegliere la scheda video per giocare al computer?

Alcuni consigli per orientarsi nel mondo delle schede video da gaming

Chi è appassionato di video giochi lo sa bene: una scheda video fa la differenza in un’esperienza di gioco. Blocchi o crash del sistema sono l’incubo di qualsiasi gamer! Vediamo nel dettaglio in base a quali caratteristiche scegliere la scheda video per giocare al computer.

Per cosa utilizzerò il mio computer?

Nella maggior parte dei casi, chi ha un computer lo utilizza per più scopi, lavoro, editing amatoriale di foto e video, e per giocarci; ci concentreremo su quest’ultimo aspetto per capire come scegliere la scheda video. Quindi focalizziamoci sul risultato che vogliamo ottenere, ovvero una macchina da gioco che ci regali un’esperienza fluida e visivamente appagante. In questo caso il primo elemento da considerare è il monitor che andremo ad abbinare al Pc.

La variabile che più influenza le prestazioni di una scheda video infatti è la risoluzione del monitor. Potremmo considerare alcuni standard, in base alle caratteristiche più diffuse dei monitor in commercio. Le principali risoluzioni da considerare sono:

  • FullHd 1980 x 1080 pixel, altrimenti indicata come 1080P
  • QHD 2560 x 1440 pixel, altrimenti indicata come 1440P
  • 4K, 3840 x 2160 pixel.

All’aumentare dei pixel che dovranno essere elaborati corrisponde una maggiore potenza di elaborazione da parte della scheda video per muovere fluidamente gli elementi a schermo. Un altro aspetto importante consiste nella maggiore dipendenza nei confronti della scheda video all’aumentare della risoluzione. In sostanza, in un sistema con uno schermo a 4K, la maggior parte dell’elaborazione viene svolta dalla scheda video. In un sistema FullHD invece è necessario considerare un certo equilibrio tra scheda video e processore.

Cosa offre il mercato delle schede video?

Oggi il mercato vede protagonisti 2 produttori per quanto riguarda l’offerta delle schede video. Amd e Nvidia. I due marchi si contendono il primato delle prestazioni ormai da anni, offrendo prodotti sostanzialmente equivalenti in termini di performances, ma con caratteristiche differenti per alcuni aspetti.

Nvidia offre delle features uniche, caratterizzate dai recenti effetti di Ray Tracing (RTX). Si tratta di una tecnica di illuminazione elaborata in tempo reale, volta ad ottenere degli effetti di luce comparabili alla realtà. Questo comporta dei carichi per la scheda video che vengono svolti da degli elementi chiamati Tensor Cores. Questi stessi elementi lavorano anche per applicare il DLSS, una tecnica che si basa sull’intelligenza artificiale che permette alla scheda di ottenere migliori prestazioni alle alte risoluzioni, reindirizzando ad esempio una scena in 4k a una risoluzione inferiore, senza mostrare differenze rispetto alla risoluzione nativa.

AMD di contro offre prestazioni sostanzialmente simili a prezzi più competitivi, mostrando però il fianco in caso di giochi che sfruttano RTX. Per ovviare a questo problema anche AMD utilizza un sistema simile al DLSS di Nvidia, però basato su delle elaborazioni eseguite tramite degli algoritmi software (FSR). Il risultato finale è paragonabile a Nvidia, ma comunque per il momento inferiore.

Nel panorama videoludico ci sono alcuni titoli che offrono la possibilità di beneficiare di RTX, ma non si tratta della maggior parte, potremmo stimare la presenza di un centinaio di giochi che sfruttano più o meno questa caratteristica, destinata comunque a diffondersi in futuro.

Quanto devo spendere per la scheda video da gaming?

Il secondo elemento che dobbiamo considerare è il budget. Negli ultimi 2 anni il mercato ha visto un’impennata dei prezzi dei chip, che ha portato a un deciso aumento di prezzi e a una diminuzione di disponibilità di schede video. Negli ultimi mesi fortunatamente la situazione si sta normalizzando, le diponibilità sono aumentate e i prezzi stanno tornando alla normalità.

Considerando risoluzione e budget è possibile definire delle fasce di prezzo per le schede video, in modo da ottenere delle performances soddisfacenti. Consideriamo soddisfacente in questo caso la possibilità di raggiungere i 60 frames per secondo, un ottimo punto d partenza per ottenere una buona fluidità.

  • Gaming FullHD – dai 300€ ai 400€ per una Nvidia RTX 3050 – dai 200€ ai 300€ per una AMD RX 6500xt
  • Gaming QHD – dai 450€ ai 550€ per una Nvidia RTX 3060 – dai 450€ ai 550€ per una AMD RX 6650xt
  • Gaming 4K – dai 900€ per almeno una Nvidia RTX 3070ti – dai 900€ per almeno una AMD RX 6800xt

Tenendo conto di queste considerazioni, non ti resta che iniziare a cercare online per confrontare le offerte presenti nei maggiori siti web.

Come scegliere la scheda video per lavorare al pc?

Alcuni consigli per orientarsi nel mondo delle schede video per lavorare

Qual è il componente più importante di un computer? Sicuramente la scheda video è uno dei componenti che influisce maggiormente sia sulle prestazioni del computer, sia sulla spesa necessaria per ottenere un sistema performante. In questo articolo andremo a considerare gli aspetti principali per scegliere la scheda video più adatta per soddisfare le proprie esigenze.

Cosa devo fare col computer?

La prima domanda che dobbiamo porci è “Cosa devo fare col computer?”, quale sarà il suo utilizzo?. Questo è il punto di partenza da cui dipende la scelta di quasi tutti i componenti di un computer, perché ovviamente servono prestazioni diverse per un pc da gaming o un pc per lavorare (escludendo i lavori di grafica, ma considerando lavori da ufficio standard).

Uso ufficio, navigazione, contenuti multimediali

Per un utilizzo del sistema generico, quali ad esempio gli strumenti di Office, la navigazione del web e la fruizione di contenuti multimediali, come lo streaming, non è necessaria una particolare potenza dell’hardware video. È sufficiente, in questo caso, accertarsi della presenza della scheda video integrata nel processore. In questo momento la scheda integrata è presente su tutte le CPU Intel (ad eccezione delle CPU siglate “F”). Per quanto riguarda la controparte AMD si deve prendere in considerazione le così dette APU, Ryzen 5600g e Ryzen 5700g. Per quanto riguarda i Notebook generalmente questo aspetto viene già considerato dal produttore: sui modelli più economici sono infatti montati processori sempre muniti di grafica integrata

Produttività video e photo editing, modellazione 3D

Nel caso si dovesse considerare la produttività di montaggio video e rendering, modellazione 3D magari anche ad alte risoluzioni (4k), la scheda video assume una certa rilevanza. Va presa in considerazione anche la quantità di memoria video equipaggiata sulla scheda stessa. Una buona scheda video in questo ambito può offrire una maggiore velocità sia nella fruizione del software (ad es. controllo della timeline in montaggio video) che nell’esportazione e rendering, offrendo quindi un risparmio di tempo. In linea di massima i modelli da considerare come punto di partenza possono essere i seguenti:

Naturalmente in questo ambito sarà fondamentale avere un sistema bilanciato, che possa offrire buone performances anche negli altri componenti, quali CPU, memoria RAM e Hard Disk. È importante anche valutare correttamente il monitor da abbinare, che in certi casi può comportare una spesa piuttosto elevata, considerando ad esempio la necessità di avere la profondità dei colori a 10bit per avere una maggiore fedeltà dei colori.

Per uso professionale, vanno sicuramente presi in considerazione i modelli dedicati di Nvidia e AMD, come le Quadro e le FirePro. Si tratta di modelli progettati per i software professionali supportati da driver dedicati e certificati, con funzioni apposite, come per esempio il supporto nativo alla profondità colore 10bit. Si tratta di prodotti di alto livello e ad alto budget, che si posizionano in un segmento più elevato rispetto alle più comuni esigenze amatoriali o semiprofessionali.

Un cenno per quanto riguarda la produttività va fatto nei confronti degli altri componenti. Si dovranno considerare dei componenti di un certo livello, sia per non avere “colli di bottiglia”, sia per potersi affidare alla macchina per un periodo relativamente lungo, senza dover fare upgrades a causa di uno sbilanciamento dei componenti. 

La CPU dovrà disporre di almeno 6 cores e 12 threads, ad esempio Intel I5 12600 o AMD Ryzen 5 5600x.

Sarà necessario mettere in conto almeno 32 Gbyte di memoria RAM, possibilmente ad alta velocità.

Non meno importante sarà considerare l’utilizzo di Hard Disks a stato solido, ormai maturi e acquistabili a prezzi accessibili.

https://www.amazon.it/GeForce-RTX-3060-VENTUS-12G/dp/B08WRP83LN/ref=sr_1_1?adgrpid=102454923829&gclid=CjwKCAjwiJqWBhBdEiwAtESPaLM1mCYVlSTSJsHiyHNQnAaoB78ALNVlKvFNPmNNH6t_P6DxzefJIxoCYQEQAvD_BwE&hvadid=591603923902&hvdev=c&hvlocphy=20587&hvnetw=g&hvqmt=e&h

Cosa deve sapere chi fa locazione

Per fare bene Hospitality è necessario conoscere alcuni principi base

Con “hospitality” vengono indicati diversi tipi di contratti che regolano i rapporti tra “host” e “guest”. È bene fare chiarezza sulle diversità tra i vari tipi di contratti e capire le differenze. Iniziamo analizzando sublocazione e gestione immobiliare.

Locazione e affitto sono attività diverse

Iniziamo la nostra analisi dei concetti dell’hospitality, con la definizione che dà il vocabolario di affitto:

il contratto di affitto ha come oggetto beni produttivi, che possono quindi generare ricchezza (come ad esempio un’azienda). Mentre un contratto di locazione riguarda beni non produttivi, ma che potrebbero diventarlo: come le abitazioni, gli uffici o i negozi.

Quanti tipi di contratti di affitto esistono?

Ce ne sono diversi, studiati per rispondere a diversi tipi di esigenze:

  • Contratto di affitto a canone libero. Modello ordinario, piuttosto libero nella determinazione del canone e nelle clausole da inserire nel contratto
  • Contratto di affitto a canone concordato. Modello con contenuto contrattuale stabilito dal medesimo legislatore o dagli accordi delle associazioni di categoria territoriali
  • Contratto di affitto convenzionato. Prevede un canone più basso di quello di mercato e interessanti agevolazioni fiscali a favore del proprietario per compensarlo dell’eventuale minor reddito.
  • Contratto di affitto transitorio. È prevista la cedolare secca, ovvero il pagamento di un’unica imposta sostitutiva pari al 21% del canone annuo. In alcuni casi, il contratto di affitto transitorio tasse può prevedere un’imposta ancora più bassa, pari al 10% del canone
  • Contratto di affitto a studenti universitari. Ha una durata precisa, per legge va da un minimo di 6 ad un massimo di 36 mesi.

Cos’è un contratto di sublocazione

Questo tipo di accordo immobiliare, si fonda sulla concessione di un immobile da parte dell’inquilino (che ha già in locazione tale immobile) a un terzo soggetto.

Si distingue poi fra sublocazione totale nel caso di concessione dell’intero immobile, e di sublocazione parziale, nel caso di concessione di una specifica area o stanza.

Che cos’è la gestione immobiliare

Un contratto di locazione breve che svincola il proprietario da un unico inquilino, prestando l’immobile alle disponibilità di pernottamento di turisti. Fanno parte di questo tipo di gestione, gli affitti brevi. Questa modalità di locazione è molto più complessa rispetto alla classica locazione di lungo periodo (il tradizionale contratto 4+4).

La difficoltà è gestire sia contrattualmente, che fisicamente, il continuo cambio di inquilini.

Perciò, molti proprietari non hanno né tempo, né voglia di seguire personalmente la gestione di questi immobili. Da questa necessità di delegare, nasce la figura del gestore di immobili per locazioni brevi: il Property Manager o Host. Si tratta di un intermediario che opera per conto del proprietario dell’immobile e che si occupa di tutti gli adempimenti legati alle locazioni brevi.

Per sintetizzare, l’House Manager è un professionista che effettua la gestione degli immobili per conto dei proprietari.

Che cos’è l’Online Management

Un Property Manager – come detto sopra è un Professionista che fa Gestione Immobiliare – deve sapere tutto dell’Online Management. Perché è utile per avere tutto sotto controllo.

l’Online Management è un ramo del Marketing tradizionale che si occupa della definizione, dell’applicazione e della verifica delle strategie di business e comunicazione dell’impresa.

Questi sono i 3 step fondamentali dell’Online Management:

  • PROGETTAZIONE. Si inizia progettando una serie di azioni che hanno come obiettivo la promozione di un immobile. Per una locazione di successo, la posizione dell’immobile è importante, ma non è tutto. La promozione può raggiungere il giusto target di affittuari dell’immobile.
  • AZIONE. Poi c’è la fase “pratica” in cui si fanno delle attività pratiche per l’immobile (prenotazioni, etc.). In questa fase bisogna imparare ad utilizzare degli strumenti che facilitano il lavoro e che permettono di svolgere in simultanea più compiti, senza fare errori.
  • ANALISI. Infine si analizzano i dati raccolti: saperli leggere aiuta a capire cosa funziona e cosa va migliorato.

L’Online Management è un ottimo strumento per avere chiara ogni fase da seguire nello sviluppo di un business. Perché un Property Manager deve sempre sapere cosa fare e come farlo, deve saper gestire in ogni momento l’intero processo di un Affitto Breve.

Siamo certi di averti aiutato a fare chiarezza nei concetti base per la locazione.